Il Consiglio Comunale approva la riduzione dell'indebitamento con l'estinzione anticipata di 29 mutui: 3 milioni e 300mila euro che non possono essere reimpiegati sul territorio

Il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli in una delle ultime sedute ha deliberato la riduzione dell'indebitamento mediante estinzione anticipata di 29 mutui in corso di ammortamento, di cui 27 con la Cassa Depositi e Prestiti e 2 con il Monte dei Paschi di Siena.

Il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli in una delle ultime sedute ha deliberato la riduzione dell'indebitamento mediante estinzione anticipata di 29 mutui in corso di ammortamento, di cui 27 con la Cassa Depositi e Prestiti e 2 con il Monte dei Paschi di Siena. L'approvazione è avvenuta con 15 voti favorevoli (Pd, Idv, Cittadinanza Attiva Bagno a Ripoli) e 4 contrari (Pdl). Assente alla votazione la consigliera Alessandra Passigli (Indipendente).


“Le finanziarie che si sono succedute dal 2008 al 2010 – hanno dichiarato il Sindaco Luciano Bartolini e l'Assessore alle Politiche Finanziarie e di Bilancio Francesco Casini –, pur essendo diverse fra loro, hanno questo in comune: imporre agli enti locali di avere saldi positivi tra entrate e uscite (una sorta di 'utili di bilancio') ogni anno maggiori da destinare alla riduzione del debito, ovvero all'estinzione anticipata di prestiti, compresi mutui e titoli obbligazionari. A seguito di questa operazione, in cui a Bagno a Ripoli si estinguono anticipatamente ben 29 mutui a tasso fisso concessi in passato, si riduce il livello di indebitamento del nostro Comune a poco più di 5 milioni di euro, un livello davvero molto basso! Ci sono infatti tantissimi Comuni delle nostre stesse dimensioni con il doppio o il triplo di debito rispetto a noi. Sorge dunque spontanea una domanda: è possibile che si sia trattati tutti allo stesso modo e che anzi il patto di stabilità interno penalizzi spesso chi è più virtuoso considerando solo il parametro della spesa storica, chiedendo cioè di spendere meno, senza mai tenere conto del livello di indebitamento e di quanto sia stato speso in passato? Non è fine ultimo del patto di stabilità la giusta riduzione del debito del nostro Paese? Non solo: è mai possibile che nessuno, neppure i Comuni con i conti a posto come Bagno a Ripoli, possa reinvestire neanche un minimo del saldo positivo, esonerando magari dal rispetto del patto di stabilità quelle spese necessarie e dovute per le emergenze sul territorio e l'edilizia scolastica? Si inserisce qui anche la situazione della frana di Fattucchia: avendo noi 3 milioni e 300mila euro di avanzo di amministrazione, dovuto non ad insufficienze interne ma al divieto di spendere degli ultimi anni, buon senso direbbe di poter impiegare almeno una parte di tale avanzo per risolvere problemi fondamentali o emergenze, anziché obbligare di destinare tutto all'estinzione dei mutui. Con queste leggi si è drasticamente ridotta la possibilità di realizzare opere pubbliche da parte dei Comuni, con una gelata terribile sull'economia e il fallimento di decine di aziende. Quale ripresa e quale sicurezza può dare un patto di stabilità così concepito? Le osservazioni che facciamo sono condivide e richieste da tutti i Sindaci e Assessori al bilancio, siano essi di Centrodestra o di Centrosinistra, dall'Anci, dalla Confindustria e dal Governatore della Banca d'Italia! Inoltre, dobbiamo anche constatare che le risorse che libereremo il prossimo anno per effetto delle minori rate ed interessi da pagare che derivano dall'estinzione anticipata di mutui di oggi, risorse che ammontano a circa 600mila euro, non si tradurranno in maggiori possibilità di intervento ed investimento dal momento che serviranno solo a non tagliare dal bilancio del prossimo anno scuola e sociale: infatti già sappiamo che nel 2012 i tagli ai trasferimenti ordinari Stato-Comuni saranno ancora più alti di oltre 550mila euro rispetto al 2011! In sostanza, con i tagli e con un patto di stabilità così concepito, anche da un bilancio e da una gestione sana come quella di Bagno a Ripoli, dell'avanzo di amministrazione e delle risorse che ne derivano non si può reimpiegare niente: né per investimenti in opere pubbliche né come spesa corrente. Continuerà il nostro impegno politico nell'Anci e in tutte le sedi per un cambio responsabile ma sostanziale di questo infelice patto di stabilità”.