La settimana scorsa, su invito del Presidente, Luciano Bartolini e del Direttore, Laura Peracca, della Società della Salute zona Fiorentina Sud Est, si è riunito per la prima volta il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione di Partecipazione, “Nuovi Giorni”. Luigi Remaschi, Direttore Regionale dell'Anpas, all’unanimità, è stato nominato Presidente e Renzo Renzi vice presidente.

Sono membri del Consiglio della Fondazione insieme a Remaschi ed a Renzi Antonio Fusi e Luciano Burgassi, quali rappresentanti della SdS, Nanda Pratellesi e Fabio Bernardini in qualità di rappresentanti della famiglie e delle Associazioni, aderenti alla Fondazione.
 

“L’insediamento del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione è un altro tassello significativo per il concretizzarsi di questo importante progetto – dichiara il Presidente della SdS Sud Est, Luciano Bartolini - Ci siamo tutti molto impegnati, anche economicamente, per dar vita alla Fondazione, ma siamo consapevoli che il “bello” devo cominciare. In realtà siamo solo all’inizio di un lungo e difficile percorso, strategico e qualificante per noi e per tutti coloro che come noi crederanno, condivideranno gli obbiettivi della Fondazione. Nei mesi scorsi abbiamo più volte incontrato le famiglie, le associazioni ed il sistema del credito locale. Speriamo quindi che saranno tanti altri coloro che vorranno aggiungersi a questo percorso. Vogliamo ringraziare tutti, il neo presidente Luigi Remaschi, che ha maturato una grande esperienza nel campo sociale e tutti i membri del Consiglio che con piacere ed entusiasmo hanno accolto questo delicato ed importante compito. E ci tengo a ribadirlo – conclude il Presidente Bartolini – la loro opera sarà completamente gratuita.”
 

“Ho accolto con senso di responsabilità etica e civile la proposta di entrare a far parte del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione – ha affermato il neo Presidente della Fondazione, Luigi Remaschi - e sono lieto di esserne stato eletto presidente. Porterò la mia esperienza, accumulato in 40 anni di lavoro nel campo dei diritti per le aree più fragili e per la costruzione di una società più umana e più equa. Si avvia questa nuova esperienza – continua – che costituisce un nuovo strumento per cercare di affrontare il problema di una vita dignitosa per persone disabili in età adulta, quando venga meno il supporto delle famiglie”.