Terremoto alla Redi

"Quando i 'nodi' delle scelte di edilizia scolastica vengono al pettine..."

Lo avevano già previsto gli stessi ingegneri comunali nello studio di fattibilità tecnico-economica sui lavori di adeguamento sismico della scuola: “la tipologia delle lavorazioni attese per la messa in sicurezza e l’adeguamento statico e sismico del plesso scolastico sono estremamente invasive e non è ipotizzabile effettuare le opere senza interrompere le attività didattiche”. Ma, nella sua risposta alla nostra interrogazione al Consiglio del mese scorso sui lavori edili alle scuole, il Sindaco aveva dato per scontato tutto, infastidito dalle tante richieste di informazioni sulle date di inizio e fine lavori. Eppure è questo che i genitori e soprattutto chi lavora a scuola ha bisogno di sapere!
E ora, si viene a scoprire che qualcosa non va, che sono emerse delle “difformità” fra il progetto e le strutture esistenti e che i tempi di cantiere si allungheranno, così come i costi! Intanto, dove si prenderanno le risorse economiche in più, dato che, per i 900.000 euro preventivati, era stato chiesto uno spazio finanziario ed ora la struttura governativa di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica non è stata rinnovata?
E si parla di “piano alternativo” per ricollocare i ragazzi fino a dicembre!
Allora, sorgono spontanee alcune domande:
1. ma le indagini sia statiche sia sismiche sul corpo est erano state fatte bene? Le verifiche sismiche ed il progetto definitivo-esecutivo sono stati fatti da società esterne.
2. perché non è stato previsto un piano per far fronte ad eventuali (e purtroppo, concrete) situazioni di emergenza? Era già accaduto, in piccolo, per i lavori alla palestra della scuola “Granacci”, con mesi, senza un luogo in cui svolgere educazione fisica: quando si programmano interventi sulle scuole, occorre essere chiari sulle alternative per i ragazzi e i docenti che subiscono i disagi, perché altrimenti le soluzioni sono improvvisate.
Ma il cuore di questa vicenda è ancor più profondo e non può prescindere da una premessa: il valore della sicurezza sismica è fondamentale, per edifici sensibili come scuole ed ospedali.
Ma, come abbiamo scritto nell’interrogazione che presenteremo al prossimo Consiglio, perché non è stato fatto alcun confronto fra i costi ed i benefici di un “vecchio edificio”, ancorché adeguato dal punto di vista sismico, ma “vecchio” nell’aspetto impiantistico, dell’isolamento termico, acustico, etc…ed una nuova struttura, già sismicamente sicura, magari al di fuori della famosa area di rischio idraulico e realizzata con materiali più leggeri di quelli tradizionali?
L’Amministrazione è andata nella direzione dell’adeguamento strutturale, che adesso, con la fibra di carbonio, è efficace, ma costoso, nella misura in cui l’edificio rimane comunque tale.
Invece, gli organi scolastici avevano fatto altre richieste all’Amministrazione. Alla fine dell’adeguamento, la Redi avrà gli spazi, la sistemazione dei container, gli ampliamenti che da anni la scuola chiede e di cui ha bisogno, perché ci sono attività didattiche continuate tutto il giorno, compresa la formazione serale per adulti? No! I problemi reali esistenti resteranno irrisolti!
Qual è, invece, “il restyling estetico-funzionale”, promesso dal Sindaco? Dal comunicato stampa apprendiamo che ci sarà “la sostituzione dei pavimenti, restyling della rete elettrica (?) e degli interni della scuola” e sarà messa a disposizione la sala conferenze della Biblioteca comunale: è questa la compensazione per lo stravolgimento della didattica e l’affollamento della scuola in spazi enormemente ristretti, senza comunque raggiungere il risultato desiderato?
Quanto si vuol sacrificare questa utenza? Come si fa a promettere che, nei mesi in cui la scuola sarà aperta con il cantiere a lavorare in un’ala, non ci saranno impatti, acustici o di altri genere?
Quanto, invece, resteranno inascoltate le richieste, semplici, concrete, fatte dagli studenti, nel Consiglio aperto del maggio scorso?
Alla fine l’edificio sarà sì, sicuro, ma la palestra avrà ancora i bagni alla turca, la mensa non avrà uno spazio per la lavastoviglie e i ragazzi continueranno ad utilizzare stoviglie monouso, né un’aula magna, etc…
In più, le facciate ed il tetto erano state rifatte a giugno 2014, spendendo 284.700 euro, con un bando e fondi assegnati dal Miur e ora è tutto vanificato, dato che ci sono le opere di demolizione necessarie per portare alla luce le “strutture” e consentire l’intervento di adeguamento.
Un’ultima considerazione: per la ricollocazione degli alunni delle otto classi, del personale amministrativo e del corpo docente, che dovranno subire i disagi degli allungamenti nei tempi di cantiere, saranno utilizzati spazi già esistenti (i container costavano troppo!), come il refettorio e la sala di musica, e nuovi, ricavati chiudendo il porticato: si può fare questo intervento, pur essendo area di pericolo di esondazione, sottoposta a vincolo idraulico, che ha bloccato le richieste di costruzione di un’Aula magna/Auditorium, per anni?
Purtroppo, siamo di fronte all’ennesima conferma dell’improvvisazione e dell’assenza di programmazione e ci dispiace che ne faccia le spese un Istituto, che ha lavorato tanto per offrire servizi articolati, di qualità alta e che, come abbiamo potuto constatare nel Consiglio con gli studenti della “Redi”, sa far crescere ragazzi consapevoli, un giorno cittadini sicuramente migliori.

Sonia Redini
Consigliere del Gruppo “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”

Bagno a Ripoli, 26 luglio 2018